Campionato italiano 2010

Vò Euganeo, paese del padovano, ha ospitato la rassegna tricolore di ciclocross amatori udace. Per l'occasione, in molti sono partiti sabato mattina, per poter fare con calma le varie operazioni pregara. L'organizzazione è stata a cura del "Veloclub Baone",in collaborazione con l'azienda vitivinicola Facchin; non mancava niente, tutto perfettamente curato.
Anche io sono arrivata sabato in tarda mattinata a Vo'. Il primo impatto visivo sul percorso è stato gradevole. Le dolci colline con i filari di viti erano un incanto. Giusto il tempo di salutare chi era presente, poi subito a cambiarsi per fare un paio di giri di prova in compagnia di mio fratello, Mirco, Sabrina, Clara e i fratelli Pivotto. I boys andavano un po' forte per noi, così le tre "carline" (così ci chiama Clara Perletti), hanno proseguito con il loro passo. Mentre percorrevo il tracciato, pensavo a quanto fosse duro, visto che oltre alle pendenze sfavorevoli si trovava parecchio terreno infangato. Non era però il solito fango al quale sono abituata, lì il terreno era parecchio argilloso, e la terra mista ad acqua rimaneva ben salda sulle ruote. Sono bastati due giri per rendere la bici, una specie di carroarmato poco scorrevole. Il tempo sereno, faceva ben sperare per il giorno successivo. Se avessimo corso con la pioggia, saremmo stati più podisti che crossisti! Il percorso dopo averlo provato, mi piaceva, uno di quelli adatti a me, un mix di sali e scendi, con lunghi rettilinei e due strappetti, uno dei quali portava all'arrivo. Dopo aver provato il percorso, una sistemata alle bici e via un po' di pedalate su strada, giusto per sciogliere le gambe e fare quattro chiacchiere in compagnia. Devo dire che le strade del padovano sono ben curate, non abbiamo "beccato" una buca, non come qua che sembra di pedalare come equilibristi, tra crateri e automobilisti impazienti! Una volta finito di sistemare le bici, ci siamo recati in agriturismo. La mia camera era da ben quattro posti, occupati da personaggi familiari, che sparavano stupidate una peggio dell'altra! Era l'unico modo per passare il tempo prima di cenare e scacciare eventuali pensieri. Una bella tavolata quella di sabato, gente di buona compagnia, chi più o meno teso per la gara, chi più rilassato e intrattenitore. Quattro ragazzi (mio fratello, Mirco e i fratelli Pivotto) tenevano sottocontrollo la sottoscritta, continuando a dire di mangiare poco, ma io come sempre seguo l'istinto e quando ho fame e sete, non mi tiro di certo indietro! Cena finita, è l'ora di dormire. Una nottataccia la mia, di solito ci metto qualche minuto per addormentarmi, invece quella sera non riuscivo a chiudere occhio e dire che fino a quel momento la tensione era pari allo zero! Tutta notte a girarmi e rigirarmi e a sperare di non cadere dal letto a castello. Suona la sveglia, è presto, ma alle 7 la pasta è al tavolo che mi aspetta. Forza e coraggio la giornata ha inizio! Apriamo le persiane ed è ancora buio, si vedono due sagome già in bicicletta, erano Gelli e Valsesia, partiti presto per prendere posto con le macchine. Vado con mio fratello a mangiare, quattro chiacchiere con Valsesia e moglie, poi ritorno in camera. E' ora di indossare il body e fare i massaggi precorsa. Poi saliamo sul furgone e via al ritrovo. Sabrina è già pronta, vado a prendere il numero (104), poi insieme alla mia compagna e a Clara, andiamo a testare il terreno. C'è fango ma non come sabato, la bici scorre meglio, qua e là ci sono "piscine" di terra e acqua, quello che mi ci vuole. Un giro poi torno al furgone. Ho le dita delle mani ghiacciate, cambio i guanti e tutto torna a posto. Mi sento bene, forse solo un po' agitata. Fedele ai miei "tre cilindri" (rulli), risalgo in sella e mi scaldo, solo dieci minuti, il Priori comincia a chiamare i concorrenti della prima corsa. Sono l'ultima ad arrivare, mi faccio largo tra i super e mi posiziono tra le altre donne. Fabrizio Buttò, mi da' carica ed io a lui. Mio papà è lì con me per prendere il giubbino prima della partenza; si era alzata un po' di aria fredda, meglio stare al caldo. La partenza era prima dell'arrivo, a metà salita. Davanti a noi partono tutti a piedi, di corsa. Sale la tensione, tre respiri profondi e si sente "via!" Donne terze a partire, tutte insieme A e B, tutte in bici, noi avevamo sotto alle ruote ancora un po' di erba. Non sono stata molto veloce ad agganciare il pedalino (che novità!), davanti vedo Fanchini, Bergamo, Squarcina e la mia rivale, Etossi. Nemmeno trecento metri e tra i filari di viti, sembra di essere su una statale nelle ore di punta, un casino pazzesco; la prima partenza infatti vedeva circa 90 atleti sul percorso. La Fanchini è stata bravissima a passare tra un'atleta e l'altro, mentre tutte le altre, me compresa, ci siamo un po' imbottigliate. Vedo pedalare a tutta la Masin, portacolori della Cicli Pengo, la Etossi risponde, io perdo qualche metro. Arrivo nel tratto, ostacolo-fosso-ostacolo, poi c'è fango, ci sguazzo dentro alla grande, curva a destra e poi subito a sinistra, lì incomincia uno dei tanti tratti sali-scendi tra i filari.. intanto torno alla ruota della Etossi. Nel caos dei sorpassi non mi sono accorta, che la Masin l'avevamo lasciata indietro, quindi pensavo fosse avanti. Arriviamo sotto la seconda salita, c'è una bella piscina di fango, dentro convinta, poi si sale, sono a mezza ruota della Etossi, la vedo molto pesante. Le persone ai bordi della salita urlano. Rimane davanti, passiamo un'ostacolo e uno scalino, poi di nuovo dentro e fuori tra i filari. Si scende, poi un po' di curve e dei rettilinei, con altri tratti infangati. Curva verso destra, siamo sulla salita dell'arrivo. C'è un tifo incredibile, sono davvero tanti, li vedo che agitano le braccia e urlano, incitano.. sembra quasi che ti spingono con la voce. E' stupendo. Si curva a sinistra, la passo esterna, il Priori dice "passano Etossi e Cortinovis". Rimango davanti, faccio io il ritmo, chiedo strada ai super. Di nuovo, ostacolo-fosso-ostacolo, al volo in sella! Ricominciano i filari, il primo è in leggera salita, su di sella, arrivo alla fine e curvo. Gli occhi guardano a destra, vedo la Etossi che si è staccata di poco, mi fiondo giù per il filare, curvo e di nuovo su per poi riscendere. Arrivo nel tratto dove c'era mio papà, con Maurizio e sento che urlano come dei pazzi e tra le tante cose mi sembra di capire "non andare a tutta, è lunga!". Poco più in là, in un punto dove si vedevano due passaggi, vedo il mio "sfidante" Stefano Pagani, con molte altre persone della sua squadra e non (per intenderci, tanti seguaci del trofeo Ghidoni), un tifo da stadio, con tanto di trombetta. Come si fa a non pedalare forte con tutte queste persone che urlano il mio nome? E' impossibile.. eh quindi giù a manetta! Le piscine di fango, cercavo di prenderle sempre in gran velocità e con concentrazione; la bici bisognava lasciarla scorrere nei binari che si erano formati, più andavo veloce, più mi sembrava di "volare via" quei tratti. Di nuovo in salita, lì c'erano tanti "personaggi" Clamas, tra i quali il mio presidente Masnaghetti.. anche qui un tifo strepitoso. Mi urlano che sono prima, che sono sola. Ma io che non mi ero accorta di aver già staccato la Masin nelle fasi iniziali della gara, ho fatto un giro intero a dire "ma ne ho un'altra davanti!". Al secondo passaggio sulla salita d'arrivo, mi ha accolto ancora più tifo; sotto lo striscione siamo passati in parecchi tra le varie categorie e la voce del Priori era impegnata a raccontare. Non sapevo se ero prima o seconda, ma pensavo "possibile che la Masin non la vedo più?". Mentre pedalavo chiedevo la mia posizione, tutti dicevano "sei prima!!". Mauro Castiglioni e Laura Caldiroli (che a causa di un malanno non ha potuto lottare per il titolo donne B), con tono e parole convincenti, mi hanno confermato che ero prima, con 30" di vantaggio. Ho cominciato a "sognare" a crederci, l'entusiasmo che mi davate voi tifosi, mi faceva pedalare sempre più forte, la fatica la sentivo a stento, la assecondavo con il sentire quello che i tifosi dicevano. Ricordo ad un giro, di aver alzato la testa sotto al traguardo, meno 3!. Avevo recuperato terreno su Vania Bergamo che era un po' in affanno, l'ho affiancata e le ho detto "sono delle A, stammi dietro che andiamo insieme all'arrivo, tiriamo un po' per uno". Non si è tirata indietro, un po' per uno davanti e la Squarcina che era dietro, l'abbiamo seminata. Ad un certo punto sento che Vania dice "Cristina, portami al traguardo", lì avevo capito che era un po' stanca, così non le ho più chiesto cambi. Sono quasi al passaggio dei meno 2giri, sento urlare mio fratello "hai più di un minuto sulla seconda, non rischiare!". Di nuovo la salita d'arrivo, ormai era piacevole farla, in moltissimi urlavano, e alcuni ribadivano "tranquilla, devi solo fare attenzione!". Mancava mezzo giro al suono della campana e tra i filari sali-scendi recupero il mio compagno di squadra e gli dico "Capitan Pagani, andiamo a vincere!". Si gira sorridente e si mette davanti, sembrava "scortarmi". Giunti alla salita dove c'era il mio presidente si "respirava" aria di vittoria, mio fratello lo vedevo alzare il braccio con il pugno stretto. La penultima salita dell'arrivo l'abbiamo mangiata, dietro c'era Scarpetta che stava per vincere, noi volevamo arrivare a pieni giri. Suona la campana, il Priori dice il mio nome, Capitan Pagani rallenta, l'ultimo giro è poco più di una veloce passeggiata, si ride, si scherza, qualche lacrima per poi tornare a ridere. Vedo Valsesia commosso che dice "sono emozionato per la tua vittoria!", anche mio papà l'ho visto quasi in lacrime. Mentre pedalavo pensavo a quanto mi faceva felice, l'idea di aver fatto provare emozioni anche ad altre persone. Il Cicca tra i filari, mi chiedeva se facevo il classico arrivo o uno alla sua maniera e poi sento "Cri non vengo all'arrivo, ma è come se fossi là!"; Pinton che scherzava mentre passavo, il Priori che diceva "ormai può arrivare anche a piedi!". Un finale di gara davvero divertente. Ci siamo.. curva a destra, vedo Franco Buttò che urla, mi avvicino e battiamo cinque. Alzo lo sguardo e all'ultima curva vedo un gran casino, i miei tifosi erano tutti lì con le braccia alzate ad urlare, gli sono passata vicino apposta, quasi a voler "prendere" tutto quello che dicevano. Davanti a me i Garbagnatese (anche loro sempre ad incitare!) mi passano la bandiera tricolore, ce l'ho fatta, braccio al cielo! Ho vinto la corsa più importante della stagione, il mio primo campionato italiano... quel sogno nel cassetto che non rivelavo!
Seconda ad oltre un minuto Sabrina Masin e terza, la favorita della vigilia a oltre due minuti, Simona Etossi.
Nella gara successiva ha corso mio fratello, partito alla stragrande! Purtroppo una foratura nemmeno a metà del primo giro, gli ha fatto perdere parecchi minuti, la bici di scorta era dalla parte opposta a dove aveva bucato. Forse dire "Fausto ha bucato" gli avrebbe permesso di perdere meno.. Un vero peccato perchè anche per lui, il tracciato gli si addiceva, la condizione era buona. Un podio che era sicuramente alla sua portata, è bastato vedere quanto ha recuperato nei giri successivi. Avrai modo di rifarti!
Finite le corse ho riconsegnato il numero e ho dato uno sguardo da lontano, alle maglie tutte ben disposte sul palco... ancora non ci credevo!
Le premiazioni sono state fantastiche, molti i premi che ho ricevuto, ma l'emozione di indossare la maglia tricolore ha prevalso su tutto, anche su "l'antisportività fatta a persona". Una canzone dice: bisogna saper perdere, non sempre si può vincere...
Dedico questa maglia a mio papà, mia mamma, mio fratello, Thomas, Ta, Elena e a tutto il team Clamas (presenti e non). Ma una parte della vittoria va anche a TUTTI quelli che, lungo il percorso mi hanno incitata, impossibile nominarvi uno ad uno, sappiate però che questo tricolore l'ho vinto anche grazie a voi!






(foto Vianini,Priori,Cantoni,Davide)



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